Meisino tra amianto e rifiuti: partono gli interventi per il Parco dello Sport, ma per qualcuno “non c’è degrado”

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    Nonostante pigrizie, tentativi maldestri di inventare ostacoli ed allarmismi e carnevalate degli ecologisti della domenica, il progetto per il Parco dello Sport e dell’Educazione Ambientale, undici milioni di euro in arrivo dal PNRR (che, ricordiamolo, prevede ben 70 miliardi non a debito) per dar vita ad un complesso che potrà finalmente soddisfare il bisogno di sport di decine di migliaia di torinesi (con una attenzione tutta speciale ad accessibilità, inclusione, connubio sport-disabilità e atleti paralimpici) e non di pochi privilegiati del quartiere, ha acceso finalmente i riflettori su una ridda organica di interventi, ormai indifferibili, per rendere più fruibile il bellissimo Meisino in ogni sua parte. Nelle settimane scorse, si è finalmente avviata la bonifica dell’amianto con l’avvio delle procedure da parte dei tecnici del Patrimonio comunale: le coperture del Galoppatoio, da decenni dense del terribile minerale, sono in via di bonifica, e gran parte delle componenti del pericoloso carico (soprattutto nelle giornate di vento) sono già state asportate. Montagne di rifiuti, bivacchi improvvisati, spiagge in divieto di balneazione, fruizione limitata: eppure, la sparuta pattuglia degli ecoallarmisti, in gran parte fomentati da pochi residenti, continua ad insistere in coloriti happening, per ostacolare in ogni modo l’ambizioso progetto, nella narrazione del Meisino attuale come un Paradiso terrestre, quasi una immaginifica Ipanema nostrana difesa anche da intellettuali e radical – chic, un gioiello immacolato senza degrado alcuno. Se ne sono inventate di tutti i colori: specie rare da tutelare, pericoli di moltitudini disturbanti (tutti gli sport previsti sono silenziosi e ben organizzati dalle Federazioni), oltraggi a biosfere ed ecosistemi del tutto immaginari. Ovviamente non tutto il parco è oggetto di degrado, ci sono porzioni molto belle (ce ne sono di favolose, oltre corso don Sturzo), ma è chiaro che l’area del Galoppatoio, cuore del progetto come documentato dalle foto, sembra invece suggerire tutt’altro. Altro che Eden senza macchia: anche se la bonifica e il recupero del Galoppatoio sono una parte non certo prevalente nell’intervento complessivo, hanno la loro importanza, e servono a rimuovere pericoli e riconfigurare una parte di fabbricati che è trascurata da decenni. Invece, il progetto fortunatamente va avanti, nonostante veti e allarmismi e la sparuta insistenza di alcuni residenti di Borgata Rosa, forse strumentalizzati dai professionisti dell’ecoallarmismo (che accetterebbero solo l’ insediamento di un centro di educazione ambientale ma non il grande progetto sportivo per tutti), e ha portato luce nuova su alcuni contorni del depauperamento di zone del magnifico Parco, come l’area del Galoppatoio che da decenni è teatro di incuria ed abbandono, destinato alla fruizione ristretta di poche centinaia di ecosnob sdegnosi, che non vorrebbero forse condividerlo con nessuno, e pieno di amianto ora fortunatamente rimosso.

    Silvio Viale, medico e consigliere comunale radicale, impegnato nella tutela ambientale da piu’ di trent’anni: “Al Meisino, gli eco-chic sono i peggiori nemici dell’ambientalismo diffuso popolare”, “Non vogliono che un parco urbano bello come il Meisino diventi pubblico davvero con una usufruibilità diffusa”, La conclusione auspicabile è invece che “con i soldi del PNRR diventi patrimonio dei torinesi e non solo più un posto isolato, che si rianima poi soltanto la domenica”.  Gli oppositori avevano dichiarato che il progetto sportivo danneggia “una riserva naturale ricchissima di biodiversità”.

    Nessuno dice che tutto il Meisino sia degradato. Anzi. Ma che occorrano interventi, e possa rivelarsi utile un progetto per decine di migliaia di sportivi, non sembra una affermazione faziosa o scandalosa. Anche il consigliere comunale radicale Viale, lunga esperienza nelle file dell’ambientalismo, ma quello autentico, nei giorni scorsi, ha stigmatizzato come i boicottatori cronici del Progetto siano talvolta animati da toni tutt’altro che da veri ecologisti, ma da professionisti dell’allarmismo ingiustificato e sproporzionato, categoria antipopolare che ha abbracciato la scelta del fondamentalismo dei pochi a danno dei molti. Mai migliorare nulla: anzi, dire che ogni miglioramento è un pericolo: questo sembra talvolta il leitmotiv dell’ecoansia snob. Fosse solo per la logica immobilista, amianto e rifiuti sarebbero magari rimasti li altri decenni. “Quieta non movere…” Il Parco è nostro, e temiamo una attuazione del progetto con folle disordinate di sportivi estranei alla zona, sembrererebbe emergere da alcune dichiarazioni dei residenti e dei loro rappresentanti. Peccato che gli “estranei” sono i duecentomila torinesi che vorrebbero fare piu’ sport. Fortunatamente, la serie di interventi è iniziata, e presto – lo auspicano migliaia di sportivi – partiranno i lavori del Parco, che unirà pratica salutare per adulti e ragazzi, movimento e benessere ad educazione all’ambiente e all’ecologia per migliaia di studenti torinesi. Quella vera. E questo valorizzerà il Meisino che diventerà un fiore all’ occhiello della vita sportiva cittadina per tutte le età. I residenti della zona, come è successo in tanti altri casi, alla fine saranno i primi ad apprezzarlo.

    Per gli oppositori del progetto e una ventina di residenti della zona il Meisino invece è un’ oasi di equilibrio ecologico e non c’è alcun degrado… Il progetto PNRR, per lo sport per tutti, non gli piace. Nelle foto l’ex Galoppatoio.

    Nel “Meisino paradisiaco” raccontato da intellettuali e radical chic, quintali di pericoloso amianto finalmente in via di bonifica