“Lombroso e il crimine” a Cuorgnè: la tavola rotonda con “Cultura Identità”

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Si preannuncia un dibattito articolato, ricco di suggestioni e denso di aspettative quello organizzato da Dario Noascone, punto di riferimento obbligato della cultura canavesana, presso il “Centro Incontri” di Via San Rocco 9 a Cuorgnè venerdi 2 luglio alle ore 18,30. Seguirà un buffet, e poi tutti a vedere la partita. La sezione di “Cultura Identità” locale ha dato vita ad un evento che partendo dal nuovo libro – che sta avendo grande successo in tutta Italia – su Cesare Lombroso, “Lombroso e il crimine: briganti, mafia, camorra” (Abe Edizioni – Collana Accademia) confronterà approcci risalenti e superati, ma pur sempre pieni di interesse e curiosità in tutto il mondo, con le odierne acquisizioni della neurocriminologia, della genetica, delle cause dell’ aggressività, con relatori e giornalisti di sicuro spessore. Oltre agli autori, Massimo Giusio, giurista e docente, che ha diretto per anni il Master di Criminologia e Vittimologia torinese, Valentina Ciappina, fondatrice e direttrice del “Torino Crime Festival” ed esperta di antiterrorismo e fondamentalismo islamico e Lorenzo CIravegna, autore del saggio dui gerghi criminali, interverranno Alberto Antoniono, canavesano doc ed esperto di storia ed arte, il giornalista e storico campano Arturo Bascetta e, last but not least, il bravo ed effervescente Presidente di Cultura Identità Fabrizio Bertot della sezione regionale, oltre ad altri ospiti. A condurre sarà Dario Noascone (nella foto). Le politiche criminali, e quelle in materia di sicurezza ed immigrazione, affrontano un decisivo banco di prova che incrocia sociologia, antropologia ma anche diritto penale e discipline psicologiche: è cambiata radicalmente la geografia dei fatti delittuosi in Italia, con vecchie e nuove emergenze, come quella delle violenze in famiglia, dei femminicidi, dei furti in abitazione. Come possono aiutare, in modo aggiornato e razionale, le scienze criminologiche tradizionali e l’antropologia criminale fondata da Lombroso? Tutta ciarlataneria, come pretenderebbero i detrattori, o molte intuizioni geniali e imprescindibili? Le polemiche sul Museo, non sono mancate, anche dopo l’uscita del libro: neoborbonici infuriati, ed un intervento del Ministro Franceschini di raffermazione del valore scientifico dell’area museale torinese dedicata al medico veronese, padre della criminologia. Come affrontare oggi, inoltre, sul piano delle politiche territoriali, il delicato problema della criminalità nelle aree urbane, spesso alimentata da degrado, convivenze difficili, conflitti culturali e religiosi? L’impostazione lombrosiana è stata, in gran parte, superata: dalla genetica, dall’osservazione statistica, dallo studio dei fattori socioambientali. Rimangono però importanti l’attenzione specifica e multifattoriale all’uomo che delinque, ed ai fattori criminogeni sottesi. Resta il problema fondamentale del male, scandagliato da San Tommaso, a Leibniz, alla filosofia del Novecento: delinquenti si nasce, almeno in parte, o si diventa? Ci sono fattori predisponenti come confermerebbero alcuni studi genetistici americani significativi? Il dibattito di venerdi si preannuncia davvero interessante. Si inizia dalle ore 18, 30. Per informazioni, 329 3636306.