La prestigiosa fascia de “L’Uomo Ideale d’Italia”, nell’edizione 2022 del Concorso di Silvio Fasano – tenuta ad Alassio domenica scorsa e che ha incoronato i Più Belli d’Italia – è andata ad un ventottenne genovese. Nicolò Di Tullio, che ha colpito tutti per charme, espressività, corporeità statuaria ed una struttura muscolare ed atletica a dir poco impareggiabili, che offre però tratti e angolazioni di personalità del tutto singolari.
Quasi l’antistereotipo – fabbricato in un misterioso laboratorio alchemico – del logoro copione del “Bello e basta” di cui si sono nutriti, per molte edizioni del celebre Concorso nato nel 1979, rotocalchi, gossippari di professione e scenari consumati di vetrinette mondane. Tre lauree, una abilitazione all’insegnamento ed un ragguardevole e recente incarico di ricerca universitaria a Pisa, il giovane nato sul mare, a Nervi, a pochi metri dal bagnasciuga, si è conquistato connotati straordinari di talento atletico, con titoli europei ed internazionali in discipline natatorie e specialità federali assai variegate.
Il salvataggio in mare, anzitutto. Ma poi, la collaborazione scientifica con l’Università di Genova, il ruolo di “Young Leader” del Comitato Olimpico Internazionale, la docenza presso l’International Surfing Association, un “Graduate” all’Università di Queensland in biostatistica, l’esperienza didattica di professore di matematica e scienze, la figura di testimonial di aziende sportive mondiali come la Arena, l’accompagnatore in acqua di atleti paralimpici non vedenti in competizioni di rilievo mondiale, e tanto, tanto altro ancora.
Non basterebbero cinque o sei pagine per evidenziarne – anche solo in sintesi – l’ intrigante ed eclettico pedigree culturale e scientifico. La fascia giusta, quindi: Umanità e forti Idealità, legate poi a ruoli importanti, a livello comunitario, come quello di Young Leader per divulgare il connubio virtuoso tra sport, ambiente sostenibile, salute e capacità divulgativa: sarà a Manchester, tra pochi giorni, presenti i reali di casa Windsor, come relatore sui temi ambientali e porterà l’ulteriore segno concreto e l’impegno divulgativo di un giovane e consapevole orgoglio italiano.



Cosa può darti, Nicolò, con un curriculum così, il valore aggiunto della fascia conquistata ad Alassio? “Come ogni atleta, amo le sfide nuove. Confrontarmi con i mondi dello spettacolo, della moda, mettermi in gioco e rimodellare ogni giorno la mia visione del futuro. Provare magari con sfilate, o un film, o uno spettacolo teatrale, o un format televisivo, dove proporre però la mia fisionomia, i valori in cui credo: sostenibilità, sviluppo, un’ idea di benessere individuale e collettivo. Mi interessa forse un po’ meno il gossip, o le ribalte della visibilità fine a sè stessa. Chiedo troppo, forse. Ma i sogni esistono, e coniugare esperienze lontane, anche in passerella o davanti a una telecamera o a un bravo regista, senza rinunciare alla mia identità ed alla mia idealità, è una scommessa intrigante cui mi adatterei volentieri. Un modo anche di farmi conoscere meglio, con platee più ampie e un pubblico nuovo e diverso, per proporre ciò in cui credo, che resta cruciale anche in dimensioni diverse, all’ apparenza più frivole, ma tutte importanti per il loro impatto sociale”. Che ne penseresti, Nicolò, di una serie di provini – già nelle prossime settimane – in teatri milanesi prestigiosi, di fronte a registi ed attori importanti, di fama nazionale? “Perchè no. Divulgare, insegnare con efficacia – io ci provo ormai da diversi anni – implica meccanismi e dispositivi molto contigui, come ci hanno insegnato Stanislavskij e Strasberg, alle arti recitative, all’ immedesimazione, alle tecniche di memorizzazione e all’identità espressiva ed interpretativa. Fare l’attore è un altro sogno: un film, o anche una trasmissione televisiva. guidato da maestri autorevoli, sarebbero per me un banco di prova che affronterei con gioia, con tutto me stesso, come potrebbero esserlo realities di qualità, o format di grande impatto. Ne sto ragionando anche con Edoardo Raspelli, che in due giorni mi ha insegnato tante cose sul mondo televisivo, da serio e vero professionista, e grande esperto quale è da decenni”. Nella moda, invece, che stilisti preferisci e che cosa ti trasmettono? “Direi, senz’altro, tra le realtà italiane figure come l’ immortale Armani, Alviero Martini, Dolce e Gabbana, Dsquared, Bikkemberg – solo per citarne alcuni ma sarebbero tantissime – hanno saputo inserire, da alcuni anni, nelle loro appassionanti genialità creative due temi che mi appassionano: innovazione consapevole e sostenibilità. Figure di esperti importanti come il professor Fortunato D’Amico, del Politecnico di Milano, hanno proprio dedicato, con mostre e seminari in tutta italia, spazio importante al design e alla “moda sostenibile”, fatta di ripensamenti su materiali e tecniche compositive, nuovi modelli di “sustainable fashion” e di integrità ecologica. E’ nata così la “eco fashion”, che ormai coinvolge i più prestigiosi brand italiani ed internazionali con tante iniziative vivaci e di cui mi sentirei – lo dico con convinzione – fiero e preparato ambasciatore”.
Che dire, traendo le somme, del nostro giovanissimo Professore genovese neofasciato? Anzitutto, che non ha proprio niente a che spartire – va ribadito con una certa fermezza – con la dinamica caricaturale del “Solobello” tanto cara ad alcuni chiaccherifici mondani. Proprio il contrario. Ma, soprattutto, che Di Tullio va seguito con attenzione, incoraggiamento costante e sostegno concreto. Perchè di modelli, attori o conduttori ad inizio carriera, anche belli, se ne trovano a bizzeffe. Ma con le idee chiare, l’orgoglio della propria formazione, la sicurezza di una dialettica folgorante e di una padronanza lessicale ed espressiva di gran livello, nel panorama dello spettacolo e della moda italiana se ne trovano – ne parla persino Aldo Grasso, il principale critico televisivo nazionale – proprio pochi, e poi sempre meno. E – lasciatecelo dire in conclusione – c’è n’è davvero un gran bisogno. (m.g.).





