Eurovision Song Contest: la musica che unisce l’Europa… e non solo!

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C’è chi la definisce la “Champions League” della musica e in fondo non sbaglia. L’Eurovisionè una grande festa, ma soprattutto è un concorso in cui i Paesi d’Europa si sfidano a colpi di note. Tecnicamente, è un concorso fra televisioni, visto che ad organizzarlo è l’EBU (European Broadcasting Union), l’ente che riunisce le tv pubbliche d’Europae del bacino del Mediterraneo.

Noi italiani l’abbiamo a lungo chiamato Eurofestival, i francesi lo chiamano Concours Eurovision de la Chanson, l’abbreviazione per tutti è Eurovision. Oggi più chemai è una rassegna globale, che vede protagonisti nel 202240 Paesi: 39 aderenti all’ente organizzatore più l’Australia,che dell’EBU è solo membro associato, essendo fuori dall’area, ma che nel 2015 fu invitata per festeggiare i 60 anni del concorso per via dei grandi ascolti che la rassegna fa in quel paese e che poi, a partire dal 2016, è stata ufficialmente invitata dall’organizzazione.

L’ideatore della rassegna fu un italiano, Sergio Pugliese, nel 1956 direttore della RAI, che ispirandosi a Sanremo volle creare una rassegna musicale europea. La propose a Marcel Bezençon, il franco-svizzero allora direttore generale del neonato consorzio Eurovisione, che mise il sigillo sull’idea: ecco così nascere un concorso di musica con lo scopo nobile di promuovere la collaborazione e l’amicizia tra i popoli europei, la ricostituzione di un continente dilaniato dalla guerra attraverso lo spettacolo e la tv.

E oltre a questo, molto più prosaicamente, anche sperimentare una diretta in simultanea in più paesi e promuovere il mezzo televisivo nel Vecchio Continente. Da allora, nel corso degli anni, la manifestazione è cresciuta in maniera costante, passando da evento da teatri e auditorium per un ristretto numero di spettatori a festa popolare.

Dall’inizio degli anni 2000, quando la manifestazione ha iniziato ad approdare con frequenza nei palasport, negli stadi e nelle arene, l’Eurovision Song Contest è diventato un vero e proprio kolossal paneuropeo. Uno spettacolo moderno, nei tempi, nell’organizzazione, dove la musica è al centro di tutto, senza inutili fronzoli e senza troppe parole a spezzare il ritmo scandito dalle canzoni.


“The Sound of Beauty”: la bellezza dell’Italia si mette in mostra. Cartoline dalle venti regioni

Lo slogan scelto per l’edizione è “The Sound of Beauty”. Uno slogan che racchiude bene quello che rende più famosa l’Italia nel mondo: le bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche. La Rai spiega così la scelta dello slogan e del logo, molto diverso da quello delle ultime edizioni: “L’Art Theme è basato sui pattern e la struttura simmetrica dei “Cymatics”. Si tratta di un termine coniato negli anni ’60 da Hans Jenny, scienziato e filosofo svizzero, che deriva dalla parola greca κῦμα –“onda”. Gli esperimenti di Jenny hanno dimostrato che posando delle polveri su una lastra di metallo, le vibrazioni delle onde acustiche generano un’organizzazione delle particelle in modelli noti come figure di Chladni. Nel caso di suoni armonici, si configurano come forme geometriche simmetriche, simili a mandala. Uno dei principali elementi di ispirazione per la scenografia è il “Giardino all’italiana” che presenta proprio una struttura geometrica simile a quella dei Cymatics e sembra indicare il principio di un’idea di ordine sulla natura.

Altro elemento che spicca nella scenografia è il sole stilizzato al centro del palco, con la sua forma circolare. Oltre ad alludere visivamente al sole, il Cymatic dell’Art Theme richiama un portale cosmico, aperto su “The Sound of Beauty” e “La bellezza del suono”.Tipografia: Arsenica è un carattere tipografico serif disegnato da Francesco Canovaro per Zetafonts. Il design di Arsenica si ispira ai poster del design italiano di inizio del secolo, un periodo in cui tipografia, lettering e illustrazione erano strettamente intrecciati, spingendo sulle forme delle lettere tradizionali e Old Style spesso intrise di sensibilità Art Nouveau e Déco.

Artisti come Giorgio Muggiani hanno illustrato manifesti per Cinzano, Pirelli e Rinascente e sviluppato il design dei loghi per i quotidiani. L’uso della tipografia è la chiave per definire ulteriormente l’identità italiana del tema artistico di quest’anno. Alcuni loghi e poster sono centrali nella storia del design italiano (si pensi a Woolmark di Grignani) e attraverso la tipografia in Arsenica si consolida lo stile italiano dell’evento. Ad ulteriore rappresentazione dello slogan The Sound of Beauty, le cartoline voltapagina che precedono l’esibizione delle varie canzoni, sono state girate nelle 20 regioni d’Italia, scegliendo luoghi particolarmente evocativi e famosi nel Mondo. La bellezza dell’Italia, dunque, risplende in Eurovisione sotto ogni aspetto.


Torino corona un sogno nato cinque anni fa

L’annuncio arriva l’8 ottobre 2021: sarà Torino ad ospitare l’Eurovision Song Contest 2022.

Una corsa che la città piemontese ha vinto superando nel rush finale Bologna, ma che ha visto in corsa, sin dal primo momento, ben 17 città di varie dimensioni. Insieme alle due citate, arrivano all’ultimo atto Milano, Pesaro e Rimini, ma alla fine prevale Torino, che già nel 2017, in tempi non sospetti, aveva lanciato la propria candidatura per ospitare la manifestazione in caso di vittoria dell’Italia.

L’operazione Torino comincia sul finire della sindacatura di Chiara Appendino: è lei a lanciare la corsa finale e firmare il comunicato il giorno dell’annuncio, per poi passare il testimone al nuovo primo cittadino Stefano Lo Russo, che sarà invece il padrone di casa del passaggio di consegne con il sindaco di Rotterdam. Per festeggiare l’annuncio di Torino come città ospitante l’Eurovision2022, quella sera stessa la Mole Antonelliana è stata illuminata per l’occasione. Un gesto che si ripeterà, colorandosi però di rosso, in occasione dei 100 giorni alla manifestazione.

La location scelta è il Pala Olimpico, il maggiore palazzo dello sport di Torino. Costruito per i Giochi Olimpici invernali del 2006, durante i quali ospitò le gare di hockey su ghiaccio, ha ospitato eventi musicali e di spettacolo di livello internazionale, oltre a manifestazioni sportive rilevanti come le fasi finali dei Mondiali di volley 2018. Poche settimane dopo l’annuncio, ospiterà in sequenza due grandi eventi del tennis: le ATP Finals e un girone delle fasi finali di Coppa Davis. Inaugurato nel dicembre 2005, aveva una capienza iniziale di 12.500 posti, diventati in seguito oltre 15.000 grazie all’ampliamento di oltre 4.000 posti del parterre.

La scenografia è curata da un team italiano con a capo Francesca Montinaro, classe 1965, che ha all’attivo collaborazioni con tutti i più importanti network televisivi italiani e con la Rai e la RSI (la tv svizzera di lingua italiana), oltre ad aver curato due Festival di Sanremo (nel 2013 e nel 2019).Il passaggio di consegne e l’allocation draw sono stati ospitati nel mese di gennaio a Palazzo Madama, patrimonio dell’Unesco e sede del Museo Civico. L’Eurovision Village, il grande villaggio eurovisivo prende vita al Parco del Valentino, dove ci saranno anche tre maxischermi per seguire l’evento.Si tratta in pratica della fan zone ufficiale dell’Eurovision Song Contest, l’accesso è gratuito e libero e offre ai fan l’opportunità di vedere i loro artisti preferiti esibirsi dal vivo prima dell’Eurovision Song Contest.

Durante gli spettacoli dal vivo, i fan sono invitati a guardare gli spettacoli sui grandi schermi dell’Eurovision Village. Vi troveranno spazio anche installazioni, gli sponsor ed il merchandising, che si troverà lungo la Eurovision Fan Mile, una via che nell’ambito dell’Eurovillage sarà interamente a tema eurovisivo. In piazza Castello è stato allestito un altro palco per gli spettacoli. L’Euroclub, la grande discoteca eurovisiva riservata a fan accreditati e delegazioni, non ha invece una sola sede, ma viene realizzato in maniera diffusa in vari locali di Torino.

La sala stampa e le delegazionisono ospitate invece in Piazza d’Armi, a due passi dall’arena e dallo stadio Olimpico. Sono state realizzate due strutture, una da 3.000 metri quadrati per la cosiddetta “delegation bubble” e una da 5.000 metri quadrati al centro del prato in Parco Cavalieri di Vittorio Venetoper i media. All’interno di quest’ultima trovano spazio postazioni di lavoro per 500 giornalisti, maxischermi collegati con il palazzetto, sale conferenze, spazi per le interviste con gli artisti e aree ristoro.

Due ponti, percorribili solo dagli addetti ai lavori e dagli accreditati, collegano entrambi gli impianti all’interno del Pala Olimpico. Il pubblico invece ha accesso all’arena tramite una decina di varchi. Anche quest’anno, come a Rotterdam, le precauzioni anti-Covid, hanno ridotto a soli 500i cronisti accreditati, ai quali se ne aggiungono altri 1.500 online. La capienza del Pala Olimpico per il pubblico è invece piena, anche se parte dei 15.000 posti sono occupati dal palco. La Green roomed il secondo palcosono quest’anno collegati e sono un vero e proprio giardino all’italianatrasportato all’interno del Pala Olimpico.

Mahmood e Blanco

Eurovision 2022: mappa dei mezzi e viabilità. Come muoversi a Torino. CLICCA QUI.