Di Nicola F. Pomponio – La grande pittura europea a Torino La bella mostra di dipinti “Da Monet a Picasso” allestita presso Palazzo Barolo a Torino è molto più di una semplice esposizione dei capolavori conservati presso la sudafricana Johannesburg Art Gallery; è come un tuffo nella storia della pittura europea con confini che superano i due grandi nomi indicati dal titolo per risalire da un lato al romanticismo inglese e concludersi, dall’altro, con la pop art. La raccolta di queste prestigiose opere iniziò agli albori del ‘900 su impulso di Lady Florence Phillips che intendeva arricchire la città con la migliore produzione contemporanea europea e con la speranza che potesse servire da modello per la creazione di una scuola artistica autoctona. Per questa ragione i quadri esposti, oltre ai grandi nomi dell’epoca, disegnano un ideale percorso che ben mostra sia le esperienze più significative precedenti all’impressionismo francese sia gli esiti del suo dissolvimento con l’emergere di nuove sensibilità e nuovi capolavori. Si segnala in tal modo l’attenzione al romanticismo inglese (con notevoli acquarelli di Turner) e al preraffaellismo, con la affascinante “Regina Cordium” di Rossetti. Da qui l’esposizione dapprima propone accenni al realismo francese e poi si immerge negli affascinanti dipinti di Courbet, con la “Scogliera di Etretat”, Monet, la cui meravigliosa “Primavera” è opportunamente posta in una stanzetta a lei dedicata, Degas, con le sue immancabili ballerine e Guillaumin, autore purtroppo non molto noto ma il cui tratto prelude a sensibilità ed esiti postimpressionisti. Il percorso si snoda quindi attraverso il pointillisme di Signac per giungere al ‘900 evocato da opere di Rodin, Modigliani e dal movimento del cosiddetto “ritorno all’ordine” successivo alle avanguardie e alla prima guerra mondiale; nell’ambito del secolo scorso sono da segnalare le opere esposte di Picasso che sembrano quasi riassumerne e sintetizzarne il percorso evolutivo. Un discorso a parte meriterebbero due altre sezioni: quella dedicata all’arte contemporanea con Lichtenstein e Wahrol e quella, per certi versi ancor più interessante, sull’arte sudafricana. In quest’ultimo caso è senz’altro da lodarsi la scelta della mostra di esporre a Torino l’opera di artisti di grande valore, ma non molto conosciuti. Dipinti come “Mi dispiace signora” e “Kwa Stemele”, di George Pemba possiedono una notevole forza evocativa che ben concludono, reinterpretandolo con grande originalità, questo itinerario della pittura occidentale.
Nicola F. Pomponio
Milan – Turin – Ivrea – Genova